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Presidente
Cav. di Gran Croce Rodolfo Masto
Vice Presidente
Avvocato Giangiacomo Ruggeri
Consiglieri
Dottor Mario Barbuto
Dottoressa Laura Stampini
Avvocato Alberto Colace
La sede di via Vivaio
La sede attuale risale al 1892 e fu progettata dall’architetto Giuseppe Pirovano, secondo il modello dell’Institut National des Jeunes Aveugles di Parigi. L’edificio era originariamente destinato a 200 allievi oltre al personale e prevedeva un corpo centrale, costituito dal Salone dei concerti e dalla Chiesa, e due corpi laterali simmetrici, affacciati su cortili porticati divisi a metà da un’elegante loggia.
L’Istituto si sviluppa ancora oggi intorno a quattro cortili di area quadrata: i due alla sinistra del corpo centrale ospitano la Scuola media statale a indirizzo musicale, mentre in quello di destra è stata allestita una struttura mobile che ospita la mostra Dialogo nel buio. La centralità attribuita alla musica, che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nell’educazione e nella formazione professionale dei giovani ciechi, si riflette nelle scelte tipologiche dell’edificio, il cui stile si ispira al “decoro” dell’istituzione.
Al piano terra erano collocati i laboratori e i refettori; al primo piano gli uffici amministrativi e le aule per lo studio della musica; al secondo le camerate. Il Salone da concerti e la Chiesa erano le uniche due parti dell’edificio accessibili al pubblico esterno e nelle quali si incontravano la sezione maschile e femminile, per il resto nettamente separate.
Un altro ambiente di prestigio è la Sala Stoppani, collocata al primo piano salendo dallo scalone d’onore. Arredata secondo il gusto dell’epoca, con una preziosa tappezzeria ricamata a motivi geometrici e floreali, la sala è attualmente destinata a ospitare riunioni, incontri e convegni.
L’architetto Pirovano studi attentamente le caratteristiche distributive e costruttive dell’edificio, le soluzioni impiantistiche, le possibilità di successivi ampliamenti e nuovi utilizzi. Grazie all’opera di Pirovano l’edificio nel corso della sua storia ha affrontato molti cambiamenti di destinazioni d’uso, in relazione al modificarsi delle esigenze didattiche e formative, rispondendo efficacemente alle nuove necessità.
Alcune modifiche sostanziali avvengono nel 1910 con la realizzazione dell’asilo infantile in via Mozart, oggi sede dell’Unione Italiana Ciechi, e con la costruzione nel 1925 sul lato opposto della Casa Famiglia, nata come pensionato per donne adulte non vedenti e attualmente sede della Residenza Sanitaria Assistita. Gli anni più difficili furono quelli della seconda guerra mondiale, durante i quali l’edificio fu sfollato e danneggiato dai bombardamenti, in particolare quello dell’agosto 1943. Il palazzo fu in seguito restaurato per tornare ad essere sede dell’istituzione per cui era nato.
Oggi l’Istituto, non più destinato ad assolvere alle funzioni di accoglienza e istruzione dei giovani non vedenti, ormai integrati nel sistema scolastico nazionale, si presenta come un’istituzione aperta, volta a potenziare e rinnovare le professionalità esistenti in campo tiflologico, nonché a trasferire risorse, strumenti e competenze sul territorio nazionale.
Chi siamo
L’Istituto opera per la piena integrazione scolastica e lavorativa, sociale e culturale dei ciechi, degli ipovedenti e dei pluridisabili visivi, promuovendone l’autonomia e valorizzando le aspirazioni personali proprie di ogni età della vita. A tal fine, l’Istituto svolge attività educativo-formative, di ricerca e di innovazione tecnologica; è sede della raccolta museale Museo Louis Braille; inoltre, presso la RSA “Casa Famiglia”, accoglie e assiste gli anziani con disabilità visiva e vedenti
I nostri valori
Uguaglianza delle opportunità e delle possibilità a partire dal riconoscimento delle differenze individuali.
Educazione: l’uomo, in qualsiasi condizione si trovi può, tramite l’azione educativa, trovare percorsi formativi e strumenti che gli consentano di superare i propri limiti e difficoltà per migliorare se stesso e realizzare le proprie aspirazioni.
Autonomia: la persona può e deve essere protagonista del proprio esistere e crescere nella consapevolezza delle sue potenzialità, per poter gestire in modo indipendente la vita quotidiana, familiare, professionale e relazionale.
Solidarietà: principio della condivisione per far conoscere e dare risposte alle diverse problematiche della disabilità visiva, impegnandosi a promuovere e rafforzare la cultura dell’integrazione nella collettività.
Come li pratichiamo
Poniamo al centro la persona nella sua interezza e complessità, a partire dalla conoscenza della sua storia personale, e supportando la scuola per attivare tutte le potenzialità apprenditive del bambino o ragazzo disabile visivo.
Supportiamo la famiglia per attivare tutte le sue risorse per accompagnare il percorso di crescita del figlio.
Creiamo le condizioni per la parità delle persone disabili visive in ogni ambito di vita, sviluppando la consapevolezza dei soggetti con cui interagisce.
Rinforziamo la motivazione e rendiamo credibili i percorsi di autonomia proposti tramite il coinvolgimento di formatori non vedenti oltre che vedenti.
Investiamo nella ricerca tiflopedagogica e nell’innovazione tecnologica.
lo stemma dell'Istituto
Un ovale dorato racchiude uno sfondo blu punteggiato da stelle color oro, che rappresenta la notte, il buio. In primo piano tre lingue di fuoco gialle e rosse, simbolo del sapere, illuminano una ruota, uno spartito e un libro. Questi tre elementi simboleggiano rispettivamente il lavoro, il proverbiale amore dei ciechi per la musica e la conoscenza. Sotto di essi un cartiglio riporta il motto latino “In tenebris opera solacium”, che si può tradurre in due modi: “nel buio il lavoro è conforto” oppure “che l’operare sia di sollievo anche nelle tenebre”.